Scrivere questo articolo dopo la Pandemia di Covid è veramente strano…

Pandemia è un cooperativo, il che significa che si gioca tutti insieme contro il gioco. Questo tipo di meccanica l’abbiamo per tanto tempo snobbata, credendo non potesse piacerci. Un giorno siamo stati ad un evento ludico della nostra città ed un gruppo di ragazzi accanto a noi ha intavolato Pandemia: la cura e… Ci siamo appassionati anche solo a vederlo giocare !!!! Cosi, tornata a casa, ho iniziato la ricerca e abbiamo preso la versione base: una vera scoperta. Ma quanto piace a tutti!!!!

  • Numero giocatori: 2-4
  • Età: 8+
  • Versione recensita: Pandemia (versione base) Asmodee (2008)
  • Varianti ed espansioni: Pandemia: in laboratorio; Pandemia: contagio; Pandemia legacy season 0/1/2; Pandemia: la caduta di Roma; Pandemia: Iberia; Pandemia: la cura; Pandemia: alta marea.
  • Autori: Matt Leacock, Josh Cappel, Christian Hanisch, Regis Moulun, Chris Quilliams e Tom Thiel
  • Ingombro sul tavolo: Importante*

(*Minimo: tavolino da bar; Medio: tavolo da 4 persone; Importante: tavolo da 6+ persone)

La scatola

Il gioco ha avuto un grandissimo successo e non mi stupisce che molti lo conoscano nella versione base o che abbiano giocato almeno una volta ad una delle sue varianti. La meccanica è veramente ben concepita, funzionale e divertente: Pandemia risulta davvero immersivo, e non potrete evitare di sentire la pressione salire, man mano che il contagio inizierà a sfuggirvi di mano. Lo ho già proposto anche ai miei figli, che lo hanno adorato!

Scopo di Pandemia sarà trovare una cura per 4 virus che infestano il globo.

Si parte con un setting casuale: i giocatori scelgono un ruolo a caso tra quelli disponibili: medico, ricercatore e specialisti vari; poi vengono estratte 9 carte dal mazzo contaminazione che creano i ceppi epidemici di partenza. Ad ogni turno, potrete eseguire 4 azioni che possono essere di movimento, di ricerca in laboratorio, di contenimento del contagio, di creazione di infrastrutture per la ricerca. Eseguite le azioni, il giocatore di turno, pescherà due carte dal mazzo dei giocatori, che gli consentiranno sia di spostarsi sia di sviluppare cure per il virus, ma, attenzione, il gioco vi preparerà delle brutte sorprese. Da quello stesso mazzo, infatti, in maniera casuale uscirà un certo numero di Carte-Pandemia (definito dal livello di difficoltà che sceglierete), le quali origineranno nuovi centri di contagio, complicandovi molto le cose. Come ultima fase del turno, poi si dovrà pescare un certo numero di carte dal mazzo di numero contaminazione, che rappresentano l’insorgere di nuove infezioni in giro per il mondo. è in questa maniera che si genereranno focolai esplosivi: raggiunto un certo livello di infezione (rappresentata da cubetti di vetro colorati), ogni città rappresentata sul planisfero diffonderà infatti il proprio virus in tutte le città adiacenti innescando eventi a catena che sarà molto difficile controllare.

Durante il gioco i giocatori possono discutere le loro mosse cercando di coordinare al meglio le capacità specifiche dei propri personaggi nel tentativo di arginare il più possibile il propagarsi dei virus: cosa che, vi assicuro, nelle prime fasi di gioco sembrerà del tutto gestibile, ma che vi sfuggirà di mano senza che ve ne rendiate conto.

I componenti

Certamente, la componente aleatoria è molto forte… l’avanzata del virus è definita dal meccanismo casuale della pesca delle carte, e le vostre abilità strategiche e di previsione non saranno sufficienti. Questo potrebbe non piacere a qualcuno, che preferisce invece rimanere padrone del proprio destino. Per quanto mi riguarda, è proprio questo aspetto a rendere realistico il gioco: come il Covid ci ha insegnato, le pandemie si muovono ed agiscono a modo loro e per quanto riusciamo a comprenderne il meccanismo e in parte ad arginarle non saremo mai in grado di stabilire con certezza cosa si debba fare in ogni momento.

Setup in corso

Un altro aspetto di Pandemia, a mio parere molto positivo, è la sua forte componente cooperativa.

Ogni giocatore sarà responsabile delle proprie scelte, ma la capacità di definire una strategia comune di lungo termine sarà decisiva. Se c’è una chance di vincere , sarà solo concordando le mosse e discutendo le opzioni con gli altri. A mio parere questo aspetto è molto interessante, e ha un grandissimo potenziale in termini di team-building: immagino possibili applicazioni in progetti di educazione alla socialità rivolti a bambini, o perchè no, nella formazione professionale.

Giochi come questo, in effetti, soffrono molto la presenza di giocatori che vogliono imporre la loro strategia, o per converso giocatori completamente remissivi di fronte alle idee degli altri. Per questo motivo la sola attenzione che cerco di avere nell’intavolare Pandemia, è di miscelare quanto possibile i giocatori, per evitare che caratteri troppo decisionisti impongano la strategia di gioco senza ammettere contraddittori od opzioni alternative. D’altra parte, e questo forse dice qualcosa sul potenziale del gioco, mi ha colpito vedere come persone solitamente remissive o poco assertive, abbiano ad un certo punto iniziato a tirar fuori il carattere, prendendo posizioni nette anche di fronte a compagni molto decisi e piuttosto assertivi.

La partita

Pandemia è il gioco cooperativo per eccellenza. Per questo è consigliatissimo per chi vuole la cooperazione; chi vuole invece lo scontro o preferisce perseguire strategie personali, deve forse spostarsi su giochi di altro genere. Ma se piace il genere, quando lo si inizia a giocare è difficile non farsi prendere: l’esperienza insieme frustrante ed esaltante di arrivare a pochi passi dalla vittoria e poi mancarla di pochissimo, alimenta la voglia di ritentare e in alcuni può dare vere e proprie forme di dipendenza. Questa estate lo ho portato in campagna per farlo conoscere a fratelli, cognati e nipoti. Le partite andavano una dietro l’altra e sono rimasta molto sorpresa quando una sera qualcuno mi ha detto: “guarda, credo di dover smettere di giocare per un po a Pandemia, perchè ho iniziato a sognarmelo di notte!”

Che altro dire? La grafica è molto essenziale e la componentistica, fatta di cubetti colorati trasparenti simboleggianti i diversi virus, molto gradevole.

Il tema, a mio parere avvincente. Devo ammetterlo, durante gli ultimi anni, causa le recenti vicende, ho riscontrato in alcune persone una certa resistenza a provare questo gioco, ritenendo il tema contagi e focolai poco attraente. Una resistenza che non capisco del tutto – perché non si abbiano le stesse remore a intavolare giochi di guerra, né si è smesso di giocare a monopoli nonostante le numerose bolle speculative degli ultimi tempi? – ma che rispetto.

In ogni caso è bene ricordare che una dinamica molto simile, e in alcuni casi anche migliorativa, si può trovare anche nelle espansioni del gioco, che prevedono ambientazioni diverse: ad esempio Pandemia: Caduta di Roma, che sostituisce al virus le ondate migratorie dei barbari all’epoca tardo imperiale, o Pandemia: Alta Marea, che spero di provare presto, nel quale dovremo contenere l’avanzata del mare verso i Paesi Bassi.

Il commento di mio marito: Era quasi credibile quando parlava di cooperazione e di team building…

Trovi il gioco qui